Boom di ristoranti, sono più di 140.000 in Italia

Boom di ristoranti, sono più di 140.000 in Italia

Italia e cucina: il connubio perfetto che negli ultimi otto anni ha registrato un incremento da record relativo all’apertura di nuovi ristoranti.

Foto di Free-Photos da Pixabay

Da sempre la cultura e la tradizione italiana sono state associate al buon cibo.

La cucina in Italia, conosciuta ed esportata in tutto il mondo, è infatti una delle eccellenze di cui sicuramente possiamo vantarci.

È però evidente che da qualche anno, in linea con il panorama mondiale, la buona tavola abbia fatto un passo in avanti anche nella nostra penisola: diete sane, alimentazioni bio, panorami vegeteriani e vegani, ma anche programmi televisivi di cucina, talent show, ricette on-line e food blogger, fanno ormai parte della vita quotidiana di ognuno di noi.

Questa crescita esponenziale è dovuta anche al boom di nuovi ristoranti che l’Italia ha registrato negli ultimi anni: secondo un’analisi de Il Sole 24 Ore sulla base di uno studio di Unioncamere-Infocamere , sono infatti più di 140.000 attualmente le attività di ristorazione presenti in Italia.

Lo stesso studio sottolinea come dal 2011 al 2019 si sia registrato un incremento del 27% rispetto agli anni precedenti: attualmente i ristoranti italiani (dalla grande catena, alla piccola attività a gestione famigliare) sono circa 143.000, 30mila in più rispetto al 2010.

E’ proprio in questo panorama così vasto e variegato, che nasce e si sviluppa Sluurpy.it: strartup bolognese che propone ai propri utenti la possibilità di sfogliare on-line i menù di più di 100.000 ristoranti e di scegliere quello più adatto alle proprie esigenze attraverso un unico punteggio riassuntivo di tutti i voti e recensioni presenti nei portali food & beverage del web.

Ma qual è la città con più ristoranti in Italia ?

Nonostante rimangano Roma e Milano le città con il maggior numero di attività di ristorazione, il vero boom è stato registrato in Sicilia con una crescita record a Siracusa: +72% di imprese negli ultimi otto anni.

Per questo Sluurpy.it ha scelto per voi tre dei migliori ristoranti di Siracusa da proporvi:

Regina Lucia

Don Camillo

Locanda Maniace

Buon appetito su www.sluurpy.it !

CON SLUURPY ALLA RICERCA DELLE “TRADIZIONI VIVE”

La nostra bella Italia pullula di città, borghi e territori in cui si conserva il ricordo della tradizione, nel campo artistico ed artigianale, ma soprattutto in quello più squisitamente enogastronomico.

Chef o semplici osti offrono manicaretti che sono la migliore espressione del territorio e della sua storia. La tradizione però non deve essere un semplice ricordo archeologico, ma un riproporre vini e cibi con una fedeltà sostanziale, che non esclude però un adeguamento nel tempo, secondo il mutare delle esigenze di vita e dei gusti. Questo equilibrio fra fedeltà al passato e sensibilità ai mutamenti nelle esigenze e nei gusti è ciò che fa di un semplice cuoco un artista. 

Per esemplificare questo mutamento irreversibile nei gusti, basti pensare alla ricetta dei Tortellini data dall’Artusi, il creatore della cultura gastronomica italiana, che prevede per il ripieno ben 60 gr. di midollo di bue, contro i 20 di Mortadella e i 30 di prosciutto, mentre nessun Bolognese oggi penserebbe di usare neppure un grammo di midollo!

Dunque non è semplice distinguere le modifiche alla tradizione lecite ed anzi augurabili, da quelle che imbastardiscono la nostra cultura gastronomica.

Sluurpy, il portale che non si limita ad una semplice segnalazione dei Ristoranti, ma pubblica i loro menù digitalizzati, ricevendo più di 2 milioni di visite mensili, ha pensato di segnalare i sapienti custodi di queste tradizioni vive.

Per individuarli ha pensato di rivolgersi innanzi tutto ai valorosi giornalisti di ”Borghi Europei del Gusto”, un’Associazione di esperti gastronomi che opera con il patrocinio del Consiglio d’Europa, i quali  hanno accettato la sfida e si impegneranno a girare per borghi e paesi alla ricerca di ristoranti, stellati o semplici locande o anche agriturismi che si impegnano a proporre l’autentica tradizione viva della nostra cultura gastronomica.

Ma anche il pubblico, ogni volta che trova un Ristorante che gli sembra meritevole della segnalazione, potrà segnalarlo tramite il portale Sluurpy. Questi ristoranti riceveranno quindi la visita ispettiva dei giornalisti di Borghi Europei del Gusto, che valuteranno se sono meritevoli del riconoscimento.

Sluurpy quindi, accanto al nome dell’esercizio così prescelto pubblicherà questo simbolo

per individuare questi esercenti che si impegnano nella meritoria difesa delle tradizioni vive della nostra cultura enogastronomica.

L’iniziativa è stata presentata ufficialmente nello splendido Agriturismo CAB Massari di Conselice, un luogo un tempo paludoso, che la laboriosità e la fatica degli abitanti, riuniti in Cooperativa fin dal 1890, ha saputo rendere uno splendido giardino i cui i frutti hanno costituito gli ingredienti della splendida cena, perfettamente in consonanza con lo spirito dell’iniziativa “Tradizioni Vive”, a cui ha partecipato anche la Sindaca di Conselice Paola Pula.

Da ora in poi quindi, grazie a Sluurpy, potremo conoscere e degustare i migliori prodotti della nostra gustosa e sana cucina.

Gianluigi Pagano

Per informazioni: “borninitaly@outlook.it”

 

 

 

 

Articolo originale: https://chefitalianinelmondo.wordpress.com/2019/07/22/con-sluurpy-alla-ricerca-delle-tradizioni-vive/

Glenfiddich Scotch Whisky: 10 cose che dovresti sapere

10 cose che dovresti sapere sui Glenfiddich Scotch Whisky

Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Potresti non conoscere Dufftown, in Scozia, ma se ami il mondo dei whisky, hai sicuramente sentito parlare della sua esportazione più famosa. Glenfiddich è il principale produttore di whisky di malto del mondo, il più premiato ed al tempo stesso, il più venduto. Nel 2018 ha venduto qualcosa come 1,25 milioni di casse di single malt in tutto il pianeta.
Non è un’impresa da poco, soprattutto vedere come tutta l’acqua utilizzata nella produzione della distilleria Speyside provenga da un’unica fonte: la Robbie Dhu Spring. Questo è solo uno dei numerosi fattori che rendono unico lo scotch Glenfiddich.

La distilleria dello Speyside produce scotch con metodi tradizionali, dal carattere generalmente mite, non torbati, fruttati e morbidi, molto apprezzati dagli appassionati, ma la distilleria produce anche distillati con processi e finiture diverse, Trovi la gamma completa di whisky Glenfiddich su SaporideiSassi.it.
Ecco altre 10 cose che dovresti conoscere.

Costruita a mano dalla famiglia Grant

 

Nell’estate del 1886, il fondatore di Glenfiddich, William Grant, costruì a mano la distilleria della sua famiglia con i suoi sette figli, due figlie e un solo scalpellino. Al suo completamento, Grant fece un passo in avanti per raggiungere la sua ambizione di distillare il “miglior whisky della valle”.

Glenfiddich prende il nome da un cervo (e una valle)

La valle Grant, finalizzata a conquistare con un malto di fine spirito bruno, dà anche il nome al whisky: Glenfiddich in gaelico scozzese sta per “Valle dei Cervi”, da cui il logo aziendale.

La distilleria mantiene i suoi valori familiari

 

Più di 130 anni da quando Grant ha fondato la distilleria, Glenfiddich è gestita dalla quinta generazione della famiglia Grant-Gordon. È solo una manciata di distillerie scozzesi per rimanere interamente di proprietà e gestione familiare.

Nel 1887, un Natale speciale

 

Dopo più di un anno di lavoro dal termine della costruzione, il primo scotch wisky fuoriesce dagli alambicchi di rame di Glenfiddich, la notte del 25 dicembre 1887.

Sopravvissuta al proibizionismo

 

Nel 1923, con il Proibizionismo in pieno svolgimento, solo sei distillerie rimasero operative in Scozia. Glenfiddich era una di queste. La distilleria prosperava sotto la guida del nipote di Grant, Grant Gordon, che intraprese il sorprendente passo in avanti di aumentare la produzione mentre molti altri stavano fallendo.

Ogni aspetto produttivo è interno sin dagli anni ‘50

 

Il pronipote di Grant Charles Gordon introdusse un fabbro in una distilleria nel 1957. Due anni dopo, realizzò una cooperativa dedicata. Al giorno d’oggi, Glenfiddich rimane una delle poche distillerie ad auto-produrre i suoi barili per l’invecchiamento.

Glenfiddich (ovviamente) prende molto sul serio i suoi barili

 

Nell’ottobre 2001, Glenfiddich ha rilasciato il single malt più antico del mondo da una singola cassa numero 843. Dieci master distiller consecutivi hanno osservato la maturazione insolitamente lenta della botte prima che il Malt Master David Stewart lo dichiarasse finalmente pronto per l’imbottigliamento. Dopo 64 anni, solo 61 bottiglie di alcol sono rimaste nella botte.

Nel 1997 il distillatore ha anche costruito una vasca per l’invecchiamento secondo il metodo solera. Non è mai stata completamente svuotata ed è rimasta piena per almeno metà della sua capienza da quando il whisky invecchiato con questo metodo, è stato introdotto per la prima volta nel 1998.

Glenfiddich fonde quasi tutte le sue versioni in vasche da 2.000 litri prima dell’imbottigliamento. La distilleria è così impegnata in questa fase della produzione che ha acquistato una foresta di quercia portoghese per fornire abbastanza legno per costruirle.

Avanguardia del settore

 

“Experimental Series” di Glenfiddich vede una serie di whisky invecchiati in botti non convenzionali. La botte dell’India Pale Ale è stato il primo single malt del mondo a essere finito in botti di birra artigianale e Winter Storm è stata la prima a essere finita in botti di vino ghiacciato. La sua versione più recente, Fire & Cane, trascorre tre mesi in botti di rum dell’America Latina prima dell’imbottigliamento.

Pionieri del packaging

 

Nel 1961 Glenfiddich introdusse la sua bottiglia triangolare altamente riconoscibile, creata dal designer di origine tedesca Hans Schleger. La sua precedente esperienza comprendeva la progettazione dell’emblematico segnale di fermata dell’autobus per il trasporto di Londra, così come i manifesti di propaganda della Seconda Guerra Mondiale per lo sforzo bellico britannico. Glenfiddich è stata anche tra le prime distillerie a confezionare le sue bottiglie in tubi e confezioni regalo.

E’ grazie a Glenfiddich se chiamiamo lo scotch “Single Malt”

 

Prima del 1963, se i bevitori si stavano godendo un whisky scozzese, sarebbe stata una miscela piuttosto che un single malt che riempiva gli occhiali. Glenfiddich è stata la prima distilleria scozzese ad esportare e commercializzare il suo whisky come single malt, riferendosi dapprima al prodotto come “Straight Malt” e “Pure Malt” per trasmettere il messaggio che le bottiglie provenivano da una sola distilleria e contenevano solo malto. Nel corso del tempo, il termine single malt ha guadagnato risalto.

Sluurpy guida alla scelta del ristorante giusto – Comunicato stampa Luglio 2019

Oggi con internet è più facile avere a portata di un click tutte le informazioni necessarie per conoscere meglio un ristorante. Commenti, recensioni e punteggi guidano alla scelta del luogo più adatto alle varie esigenze. Come fare allora per riassumere, nel vasto universo del web, il voto della rete? Sluurpy, il portale dedicato ai menù della ristorazione lo fa attraverso lo Sluurpometro. Un algoritmo proprietario, che raccoglie tutte le recensioni, le valutazioni e i riconoscimenti (come le stelle Michelin) presenti online e offline. Poi elabora i dati e fornisce un punteggio per ciascun ristorante, frutto della media ponderata. Questo allo scopo di semplificare le abitudini di navigazione degli utenti e aiutarli a individuare la location perfetta.

Mangiare bene grazie ai menù online

Andando direttamente sul sito Sluurpy.it basta cliccare il nome del ristorante di riferimento e avere, oltre al punteggio, tutte le informazioni necessarie. Tra queste il menù, l’idea su cui l’azienda, nata nel 2013 dalla mente del giovane imprenditore bolognese, Simone Giovannini, ha puntato. Il listino completo, con i prezzi e le pietanze, evita brutte sorprese e diventa fondamentale per chi ha problemi di allergie o intolleranze. Nelle pagine online sono raccolti più di 32.000 menù originali e 100.000 menù digitali.
Trovare il ristorante dei propri sogni non è mai stato così semplice. Il sito è veloce e intuitivo. Si può selezionare la regione oppure andare direttamente sul comune di riferimento. I locali sono inseriti in ordine alfabetico e inoltre sono stati aggiunti anche gli hotel di zona. Dalle trattorie ai bar, dalle gelaterie alla pasta fresca, dai ristoranti di lusso alle rosticcerie, Sluurpy ha pensato di fornire una guida per rispondere a ogni necessità. Due le sezioni speciali: una dedicata alle catene più famose (McDonald’s, Rossopomodoro…), e dove trovarle, l’altra alle specialità del territorio.

Una novità al servizio del “Mangiare bene”: la nuova chat di Sluurpy

Ultima arrivata in casa Sluurpy è la nuova sezione chat, che unisce la vocazione originaria dell’azienda ad un’anima più social.
La chat, integrata all’interno delle pagine dei ristoranti ed in fase di ampliamento, permette agli utenti di trovare il ristorante migliore per il proprio pasto grazie alla cooperazione degli utenti della sua città, che potranno consigliare o sconsigliare un determinato locale grazie alla loro esperienza.

DESCRIZIONE DELL’AZIENDA-

Sluurpy è una start up bolognese nata nel 2013 dalla mente del giovane imprenditore Simone Giovannini. La mission è semplice: mettere a disposizione degli utenti del web i menù dei migliori ristoranti d’Italia. L’idea è nata per caso quando, ancora studente, voleva ordinare una pizza da asporto particolare, ma non aveva con sé il volantino. Decide così di raccogliere e digitalizzare i menù, rendendoli disponibili online. Ha raccolto prima i listini della propria città, Bologna, poi ha coinvolto in un grande gioco gli studenti di tutta Italia: una gara a chi raccoglieva più menù. Ampliando il proprio progetto su tutto il territorio italiano. I navigatori possono selezionare i ristoranti direttamente sul sito Sluurpy.it o scaricare la app dedicata, dove, a guidare la scelta, c’è anche il voto dello Sluurpometro, un algoritmo che raccoglie tutte le recensioni dei clienti.

Frullati di frutta e verdura: i benefici dei colori

 

Foto di silviarita da Pixabay

Sole, mare, prati verdi. Con l’arrivo della bella stagione si respira aria di benessere. Le ricche fioriture e la frutta profumata regalano armonia e nuove energie. Anche i colori della primavera-estate contribuiscono a influenzare positivamente la mente e il corpo. Lo dice la cromoterapia una medicina alternativa che utilizza le varie gradazioni per ritrovare l’equilibrio dello spirito. Oltre all’umore i colori possono influenzare la sensazione di fame e sazietà. Ed è ormai riconosciuto che frutta e verdura colorata contengono vitamine e antiossidanti, indispensabili per combattere i radicali liberi che causano danni cellulari. Allora non resta che assumerne a volontà. Come? Una scelta pratica e rinfrescante è fare gustosi frullati.

Frullati dimagranti e frullati detox per il benessere

I frullati permettono di mixare diversi gusti e di privilegiare la gradazione cromatica che più si adatta ai nostri bisogni fisiologici. Ma andiamo con ordine. Il frullato di frutta può essere un ottimo alleato della nostra linea, grazie alle proprietà antiinfiammatoria e anticellulite. Questo è l’elenco dei prodotti che puoi inserire all’interno dei frullati di frutta per potenziare l’effetto drenante: arance, albicocche, frutti di bosco, fragole, lamponi, pesche, prugne, mirtilli, pompelmo. Puoi trovare numerose ricette di frullati per dimagrire sul web o individuare i bar e i locali dove trovarli alla pagina Sluurpy.it

Tutti i colori dei frullati

I frullati di frutta di colore rosso forniscono una forte carica energetica, sia fisica che psichica. Nella cromoterapia vengono consigliati in caso di sintomi depressivi o particolari stati di sonnolenza. I frullati che contengono pomodori, pompelmo rosa o cocomero, grazie al licopene, favoriscono inoltre la diminuzione di patologie cardiovascolari e proteggono l’organismo da malattie neurologiche come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.

L’arancio è un colore che aiuta a ritrovare ottimismo e allegria. Assunto con l’alimentazione favorisce la produzione di collagene, la proteina che mantiene l’elasticità della pelle. Frullati a base di arance, peperoni e limone contengono tanta vitamina C e aiutano a migliorare la digestione.

Se invece soffrite di stati ansiosi e faticate a rilassarvi il verde fa al caso vostro. Svolge una funzione di equilibrio e migliora la determinazione nella vita. Kiwi, broccoli, spinaci, lattuga aumentano anche l’assorbimento del ferro contenuto nella frutta e nella verdura. In più l’acido folico all’interno degli ortaggi a foglia larga, previene le aterosclerosi.

I frullati blu-viola hanno una doppia valenza: quella del blu che favorisce calma e serenità e del viola che dà sfogo alle fantasie. Ideale per chi svolge un’attività creativa. Le antocianine presenti proteggono i capillari delle nostre gambe, abbassano i livelli di colesterolo e diminuiscono l’aggregazione piastrinica. La gamma è molto ricca: ribes, mirtilli, more, melanzane, prugne,…tutti alimenti che inseriti nelle ricette frullati fanno la differenza in termini di gusto.

Per la cromoterapia il bianco resta il simbolo della purezza, della pace interiore ed esteriore. Questo è il colore dei frullati detox, che depurano l’organismo e difendono ossa e polmoni. Prova i frullati di pere, mele, uva e limone, è ricco di vitamine, fibre, potassio e di tanti altri sali minerali.

 

 

Quali cibi preferiscono i giovani? Lo abbiamo chiesto ai social

#junkfood vs #vegetables, sfida a colpi di hashtag

L’appetito viene guardando. È proprio vero. L’esperienza visiva di un cibo ci fa pregustare il momento in cui lo andremo ad assaporare. Ma se mangiamo prima con gli occhi che con la bocca, in una società bombardata di immagini, come cambiano i nostri gusti? Già prima dell’avvento dei social, la televisione commerciale ci ha abituato a un’inconscia selezione dei piatti. Colori e packaging erano gli elementi più studiati dai pubblicitari, che in modo o nell’altro, al netto delle qualità del prodotto, dovevano vendere. Le regole non sono di certo cambiate. Quello che cambia è la vastità di canali in cui gli alimenti possono essere inseriti. Considerando inoltre che le immagini, sempre più, la fanno da padrone. Basta pensare al successo tra i giovanissimi di social network come Instagram e Snapchat (tutti foto e video), a discapito di Facebook o Twitter, considerati dagli under 25 decisamente out. Secondo uno studio inglese uscito sulla rivista Pediatrics e ripreso da un inserto di la Repubblica, sono gli influencer della rete a indirizzare le scelte alimentari dei ragazzi. Vedere il proprio idolo consumare junk food, il cibo spazzatura, induce i teenager a prediligere quella preparazione. Peccato non funzioni quando l’influencer dà il buon esempio. I giovani vogliono davvero mangiare solo cibi “cattivi”? Abbiamo preso come riferimento Instagram per capire quali sono i cibi con più hashtag, utilizzando per convenzione le parole in inglese. Non senza sorprese. Perché tra i termini meno postati troviamo i cibi dei fast food: #hotdog con 3,3 milioni di post, #hamburger con 3,7 milioni di post e #fries (patatine fritte) con 4,9 milioni di post. Mentre #soup (zuppe) e #vegetables (verdure) raccolgono rispettivamente 7,2 milioni e 9,5 milioni di post. Addirittura #fruit (frutto) arriva a superare la #pasta con i suoi 21,4 milioni di post, contro i 18 milioni di post di uno dei piatti italiani più famosi nel mondo. I motivi di questa inversione di tendenza potrebbero essere vari. Ad esempio il fatto che sia la frutta che la verdura raccolgono diverse categorie, e quindi è più facile aumentare i numeri. O che le loro sgargianti cromie siano più appetibili alla vista. O semplicemente perché sono alimenti più graditi al palato, sempre che questa analisi non rimanga una mera speranza. Numeri considerevoli sono raggiunti anche dal #sushi, 24 milioni di post, e dal #icecream (gelato), 34,7 milioni di post. Qui l’utente può sbizzarrirsi in diverse preparazioni, più o meno spettacolari. La vera spettacolarizzazione c’è nella parola che più di tutte ha distanziato le altre: #cake (torta). Con i suoi 69,9 milioni di post si conferma il termine più scelto. Arte, creatività, bontà, estetica, colore e un’infinità di altre parole definiscono la regina degli hashtag. Resta l’”amarezza” di trovare ai primi posti torte e gelati, che non saranno ricchi di grassi, ma in quanto a zuccheri non hanno paragoni. Il premio di consolazione va alla #pizza, 38,5 milioni di post, che unisce alla tradizione italiana lo straordinario sapore. Saranno allora i giovani a cambiare il mondo? Anche culinario? Molti dei ragazzi che parteciperanno allo sciopero per il clima, il 19 aprile in piazza del Popolo a Roma, hanno dichiarato di scegliere solo alimenti sostenibili. Il futuro può essere in buone mani.
Se ti interessa sapere dove puoi mangiare i tuoi piatti preferiti vai su Sluurpy.

Gli Omega 3 presenti nel pesce riducono l’infiammazione

 

Sushi e uramaki per combattere l’invecchiamento

Immagine-piatto-sushi

Sano, gustoso, di tendenza. Il sushi è ormai entrato a far parte delle nostre abitudini alimentari. Tanto che oggi è diventato facilissimo trovare ristoranti giapponesi ad ogni angolo di strada. Insieme a sashimi, uramaki, nigiri e sushi roll, il sushi è considerato una valida alternativa ai menù della tradizione. Si può scegliere tra gli “all you can eat”, magari per un veloce pranzo di lavoro, e i locali alla moda, dove lo stile del Sol Levante incontra il gusto italiano. Sta di fatto che sempre più persone amano il pesce crudo. Bambini compresi! Grazie alla mancanza di spine. Non tutti però sanno che il sushi è per anche un potente alleato antiage. Salmone e tonno, le specie classicamente abbinate al riso, sono infatti ricchi di Omega 3. Studi dimostrano come questi acidi grassi polinsaturi siano efficaci in termini di fotoprotezione dai raggi solari, riducendo drasticamente il processo infiammatorio che genera danni alla pelle. L’organismo umano non è in grado di produrli da solo. Ha bisogno di assimilarli attraverso il cibo che introduciamo con la dieta. Diventa quindi fondamentale scegliere alimenti giusti per non incorrere in una carenza, e la cucina giapponese sembra una valida opzione. L’Efsa, Agenzia europea per la sicurezza alimentare, per avere effetti positivi sulla salute, raccomanda un’assunzione pari a 2-3 grammi al giorno. Anche un rapporto ottimale fra gli acidi grassi “buoni”, gli Omega 3, e quelli “cattivi”, gli Omega 6 (contenuti negli oli vegetali), aiuta a controllare l’infiammazione. L’ideale sarebbe un rapporto pari a 1 a 1, ma nei paesi occidentali viene spesso sbilanciato a favore degli omega 6. Via libera allora al sushi e ai suoi derivati per prevenire rughe e invecchiamento precoce. Vuoi sperimentare la cucina nipponica? Online puoi trovare la sushi ricetta che fa al caso tuo, oppure iscriverti al sito Sluurpy.it per avere i migliori ristoranti giapponesi a portata di click.

Vince Livorno la sfida dei ristoranti biologici – Comunicato stampa del 11 aprile 2019

Vince Livorno la sfida dei ristoranti biologici

Sluurpy stila la classifica dei primi cinque d’Italia. Sul podio anche la provincia di Verona e Roma – Comunicato stampa del 11 aprile 2019

NOTIZIA PRINCIPALE: Inutile dire che mangiare biologico sia diventato sinonimo di alta qualità. Che venga fatto per moda o semplicemente perché vogliamo introdurre nella nostra dieta alimenti naturali, è un trend ormai esteso a tutta la nostra penisola. Iniziato come fenomeno di nicchia, dal 2008 ad oggi non ha ancora conosciuto crisi, e sono tante le persone che scelgono una vita per così dire Bio. Ma quali sono ivantaggi di scegliere alimenti biologici? Intanto le proprietà organolettiche. Più di uno studio ha dimostrato che frutta e verdura provenienti da coltivazioni biologiche, hanno più antiossidanti e vitamine rispetto ad altri tipi di alimenti. Anche in tema di protezione dell’ambiente i prodotti organici assumono un ruolo fondamentale. L’agricoltura biologica, non potendo fare uso di pesticidi di sintesi (che di solito finiscono nelle fonti idriche primarie), riduce drasticamente l’inquinamento dell’acqua potabile. E poi c’è una delle variabili più interessanti, quella del gusto. Nella maggior parte dei casi il sapore è migliore. Come fare allora per consumare cibo biologico anche fuori casa? Sono diversi i ristoranti che lo hanno approcciato come un vero e proprio stile di vita. Sluurpy, il portale dedicato alla ristorazione dove si possono consultare oltre 100 mila menù tra osterie e chef stellati, ha stilato una classifica dei migliori cinque ristoranti biologici scelti dagli utenti. Al primo posto troviamo il ristorante La Casina di Alice, situato in pieno centro storico aLivorno, in una palazzina di inizio Novecento. Un locale intimo e confortevole con prodotti esclusivamente di origine biologica, dove gustare piatti vegani e vegetariani. Subito dopo abbiamo il ristorante Natural Cuisine a Bonferraro, frazione di Sorgà, in provincia di Verona. Qui i piatti della cucina tradizionale si abbinano a materie prime di ottima qualità, senza glutine né lattosio. La medaglia di bronzo va invece aGinger sapori e salute che a Roma conta un paio locations: una vicina a Piazza di Spagna in via Borgognona 42-46, l’altra in Piazza Sant’Eustachio in zona Pantheon. Dalla colazione alla cena i due locali offrono prodotti provenienti dall’agricoltura biologica e sostenibile, con l’80% dei piatti a base vegetale e specialità crudiste. Appena scesi dal podio troviamo il ristorante Mangiamore di Reggio Emilia, situato in via Ponte Besolario 2, un piccolo laboratorio fatto di ingredienti naturali e prodotti di eccellenza. A chiudere la classifica è al quinto posto l’Urban situato nel centro di Bari, dove oltre a sposare il prodotto a chilometro zero può contare su un progetto innovativo. Come già succede in alcuni ristoranti d’Europa, “si paga sul peso di ciò che si mangia”. Se questi locali sono troppo distanti dalle zone che frequentate abitualmente, potete trovare ottime alternative cliccando sul sito www.sluurpy.it.

RIEPILOGO – DESCRIZIONE DELL’AZIENDA: Sluurpy.it nasce a Bologna nel 2013 da un’idea di Simone Giovannini, giovane imprenditore che, mosso dal desiderio di avere sempre a portata di mano i menù dei ristoranti del bolognese, decide di digitalizzarli, ampliando successivamente il progetto a tutto il territorio italiano e raccogliendo più di 32.000 menù originali e 100.000 menù digitali.

Per semplificare la navigazione degli utenti e la scelta del ristorante più adatto alle proprie esigenze, Sluurpy crea lo Sluurpometro, un algoritmo proprietario che raccoglie per ogni ristorante tutte le recensioni, valutazioni e riconoscimenti presenti online e offline.

Il voto dello Sluurpometro, espresso in centesimi, racchiude in sè la vastità delle recensione del web, semplificando le abitudini di navigazione degli utenti.

Sluurpy.it: La classifica dei migliori ristoranti del 2018 – Comunicato stampa del 22/01/2019

Sluurpy.it: La classifica dei migliori ristoranti del 2018

Stilare la classifica dei migliori ristoranti italiani non è certo compito facile, l’Italia è disseminata di eccellenze gastronomiche e cercare di districarsi tra le scelte possibili per la cena perfetta non sempre è facile.

Per questo Sluurpy.it ha deciso di proporre questa breve classifica, per guidare i suoi utenti al migliore approccio alle eccellenze culinarie del Paese.

Ma prima occorre un piccolo preambolo: il 2018 ha portato grandi novità su Sluurpy.it, più di 5000 nuovi menù sfogliabili, circa 11000 menù digitali, un grande restyling grafico, un sostanzioso aggiornamento dello Sluurpometro e un nuovo sistema di ricerca basato sullo storico delle ricerche degli utenti, per rendere la navigazione sempre più interessante.

Anche quest’anno sono tanti i ristoranti che hanno conquistato il certificato di eccellenza e ben 395 locali hanno ottenuto un voto complessivo di 100/100 dal nostro Sluurpometro, il nostro algoritmo che scandaglia il web restituendo un voto univoco comprensivo di tutte le recensioni legate ad un ristorante e le sue presenze e premiazioni nelle maggiori guide di settore.

I ristoranti con il punteggio massimo sono sparsi su tutto il territorio italiano, e comprendono ovviamente i pluristellati “Uliassi”, “Osteria Francescana”, “Villa Crespi”, e gli altri templi italiani della cucina incoronati dalle stelle Michelin.

La classifica dei migliori ristoranti italiani secondo Sluurpy

La classifica qui riportata non sarà quindi una vera e propria top 10 ma piuttosto una “guida al sublime”, uno spunto per un itinerario enogastronomico che racconti la Penisola e le sue eccellenze enogastronomiche.

1) Campania – Il Comandante (Napoli)
“Un viaggio nel gusto”,  uno stile culinario capace di evocare suggestioni proprie di un viaggio, una cucina elaborata, che associa territorio e internazionalità tuffandosi nei sapori e nelle tradizioni del Mediterraneo.

 

2) Emilia Romagna – Magnolia Ristorante (Cesenatico)
Prodotto, tecnica e ricerca sono i tre pilastri della cucina dello chef Alberto Faccani, maestro nel valorizzare le materie prime del territorio ed esaltarne sapori e consistenze.

3) Lazio – L’Osteria dell’Orologio (Fiumicino)
Location incantevole nel centro storico di Fiumicino, cucina che fonde con eleganza la creatività e la tradizione mediterranea e un giovane chef che fa della ricerca delle migliori materie prime uno dei suoi punti forza.

 

4) Lombardia – Antica Osteria dei Camelì (Ambivere)
Un viaggio che parte dalla tradizione e arriva a toccare nuove culture, all’interno di una location suggestiva che dal ‘500 ci accompagna alla modernità.

 

5) Marche – Nana Piccolo Bistrò (Senigallia)
Locale unico, che alla cucina d’autore a base di carne e pesce accompagna musica di qualità e una curata  ed interessante scelta di vini naturali.

 

6) Molise – Miseria e Nobiltà (Campobasso)
Un palazzo di fine ‘700 come cornice, una cucina che esalta e nobilita le tradizioni contadine dei piatti del territorio, camere per gli ospiti e una sala dedicata alla pizza gourmet. Un vero paradiso nel centro di Campobasso.

 

7) Piemonte – La Luna nel Pozzo (Neive)
Tutta la bellezza delle Langhe racchiusa in un piccolo ristorante di grande cucina, dove i piatti del territorio vengono preparati con amore per la  tradizione, all’insegna del magiar bene, genuino e naturale.

 

8) Sardegna – Ristorante Luigi Pomata (Cagliari)
Con le radici ben piantate nel territorio, la creatività dello chef riesce ad esaltare le molteplici prelibatezze dell’Isola, in un viaggio gustativo fatto di profumi, vita e sensazioni.

 

9) Sicilia – La Madia (Licata)
“Conosco solo un modo per crescere come Chef: farlo insieme al mio territorio. E questo significa solo una cosa. Valorizzare la stagionalità, anche attraverso l’attesa. Perché sono i gesti semplici a dare calore e vissuto a un piatto, a nutrire una cucina.” Pino Cuttaia – La Madia

 

10) Toscana – Le Chiavi d’Oro (Arezzo)
“Nel centro storico di Arezzo, il ristorante le Chiavi d’Oro racchiude in sè la tradizione, l‘innovazione ed il gusto, in un ambiente raffinato ed accogliente.”

 

Un breve viaggio, quello proposto da Sluurpy, per conoscere e scoprire i migliori ristoranti italiani, che sarà esposto più nel dettaglio nei futuri comunicati, dedicati alle eccellenze regionali.

Buon appetito!

 

Cerchi la location perfetta per il pranzo di Natale o il cenone di Capodanno? Fatti aiutare da Sluurpy.it! – Comunicato stampa del 18/12/2018

NOTIZIA PRINCIPALE:

La ricerca della location perfetta per trascorrere un piacevole pranzo di Natale insieme alla famiglia o un frizzante cenone di Capodanno insieme agli amici è da sempre motivo di stress, che rischia di rovinare la magica atmosfera delle festività in un vortice di telefonate, gruppi su whatsapp e ore passate davanti al computer alla ricerca di menù, location, tavoli disponibili e lamentele dell’amico insoddisfatto o della zia insoddisfabile.

Sluurpy.it, il portale italiano che dal 2013 digitalizza i menù dei ristoranti italiani, quest’anno ha raccolto alcune centinaia di menù di Capodanno e Natale per guidare i suoi utenti nella scelta del ristorante più adatto a loro anche nel periodo natalizio, per evitare spiacevoli sorprese e ripensamenti dell’ultimo minuto.

I menù, raccolti su tutto il territorio italiano, sono in costante aumento, coinvolgono tutte le province italiane senza tralasciare come spesso accade i centri minori e coprono la quasi totalità delle tipologie ristorative presenti in Italia, non è difficile infatti trovare nella stessa città sia il menù natalizio del ristorante di lusso che quello della pizzeria  o dell’hambugeria gourmet.

Guidare i clienti nella scelta del ristorante più adatto a loro è da sempre uno dei valori fondanti di Sluurpy, che non poteva certo venir meno nel periodo natalizio.

 

Link utili:

https://www.sluurpy.it/menu-natale-2018

https://www.sluurpy.it