Giovanni
Data recensione: 2023-02-18
Data recensione: 2023-02-18
+5
Arrivati sul posto su consiglio di mio suocero, siamo catapultati nel 1950.
Entrata da un casello vicino alla strada con un carrettiere affrescato. Sala da pranzo con tavolate ricoperte di nylon, tovaglietta di carta, posate ultracinquantenni e bicchieri storici.
Tris di primi stellare: tagliatelle al ragù, tortelloni di zucca al ragù e spaghetti con i cipollotti. Questi ultimi un capolavoro assoluto. Ma tutto è perfetto.
Non mi era mai capitato di mangiare tranquillamente tre piatti abbondanti di tre primi così e di sentirmi non appesantito.
Cucina tradizionale ricca ma non pesante, una rarità.
Vino artigianale lambrusco, senza etichetta ma veramente naturale, da provare.
Secondo: vassoio di arrosti misti, tenerissimi e gustosi. Contorno di patate e fagioli, molto semplici e molto buoni.
Splendida l'oliera rosa evidenziatore gadget di "Cioè" del 1978.
Atmosfera quasi soprannaturale, un silenzio e una tranquillità che non si trovano spesso. Si sentiva nitidamente il rumore delle poste, pur con il locale pieno.
Poca "caciara", clienti di tutti i tipi (coppie, famiglie, bambini, anziani, umanità variegata). Il cellulare non prende o prende poco, molto facile conversare.
Buono anche il dolce e il caffè.
Non funzionava il bancomat, portate il contante.
Andateci, mangiate e divertitevi.





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