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25/08/2019
Chiamo, vorrei ordinare una consegna a casa, risposta:
“mi dispiace, in centro non consegnamo”
Vabé, vado a mangiare lá, in via Nievo.
A parte il caldo, che ci puó stare, il locale é davvero chiassoso. Non c’é nessuno. Ma le 5 persone dietro alla cassa, in pochi metri quadri, trasformano il locale in un mercato.
Comunque: ordino una Delia e mi arriva una Diavola.
Anche l’igiene non é dei migliori: cameriera con unghie lunghe colorate, pizzaiolo/cuoco senza cappello che si aggira tra il reparto pizza e quello senza glutine fregandosene di un’eventuale contaminazione.
In pochi minuti ho assistito a tutto ció che in tanti anni di servizio fra i tavoli dei ristoranti non mi era mai capitato di vedere. Il locale é molto piccolo quindi succede tutto intorno a te.
Arrivano clienti che dicono di aver prenotato il tavolo attraverso una app, si siedono, esce Delia e li manda via, nell’altra pizzeria, in via Saggittario. Questi si alzano e, mestamente, se ne vanno.
Ad un certo punto Delia consegna una pizza ad un cliente e, per un motivo che non ho ben capito, rivolgendosi al cliente, dietro la mia schiena, ad altissima voce, schernisce il suo stesso pizzaiolo esclamando: “Bisogna assumere degli italiani!”
Chicca finale: il cuoco senza cappello viene in cassa e tocca i soldi senza problemi.
Me ne vado senza parole. Negli anni ho visto succedere davvero tante cose fra i tavoli dei ristoranti, ma stasera é stata davvero indecente.
Unica nota positiva: il pizzaiolo delle pizze senza glutine. Non sará italiano, ma é veloce, lavora da solo, la pizza é ben cotta ed é silenzioso.
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