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12/09/2020
Partiamo dalle note positive:
La carne è di qualità, mi sento di consigliare la bavetta di manzo, veramente tenera e saporita. Ma anche il filetto preso da mia moglie era molto buono.
Le enpanade ordinate come antipasto non sono male, ma ne ho mangiate di meglio.
Anche la tartare era molto buona, anche se per i miei gusti un po’ troppo condita, con sapori forti che sminuivano un po’ il sapore della carne. Comunque buona.
Il menu è abbastanza “ricco” di proposte, e i camerieri sono gentili. Spiegano correttamente i piatti e sanno consigliare le pietanze ascoltando i gusti dei clienti.
A loro va il punteggio massimo.
Personalmente sono un po’ infastidito quando mi viene ripetutamente chiesto se va tutto bene, ma lo considero un mio difetto.
Non è poco, ma purtroppo mi devo fermare qui con l’elenco dei PIÙ.
Devo passare alle note meno positive, che mi impediscono di dare un buon voto al locale.
Entriamo e non c’è nessuno ad accoglierci. Non è bello lasciare i clienti all’ingresso a guardarsi in giro aspettando che qualcuno li accolga e accompagni al tavolo.
Finalmente arriva la maître de salle, prima impegnata a servire ai tavoli, ma forse era meglio la fase precedente, quella in attesa della accoglienza. Modi bruschi, un pizzico di arroganza e nessuna cortesia.
Personalmente ritengo che quando si gestisce un locale sia meglio accogliere i clienti con un sorriso piuttosto che con un viso serio, quasi scocciato e toni piuttosto perentori. Qualsiasi sia il locale, ancor di più se non è tra i più economici.
Ma spesso questa è la differenza tra chi ci sa fare e chi pensa di saperci fare.
E la mia impressione è che non fosse così pieno da impedire alla brigata di sala di gestire i tavoli.
Ai tavoli ci sono delle lampade particolari. Probabilmente sono delicate. Quindi un biglietto con scritto “si prega cortesemente di non toccare le lampade” ci sarebbe stato bene.
Invece, per restare in tema con l’accoglienza, l’adesivo recitava un perentorio “È VIETATO TOCCARE LA LAMPADA. Grazie”. In foto.
Verso la fine della cena abbiamo dovuto chiedere per tre volte una ulteriore bottiglia d’acqua, lasciando trascorrere più di 10 minuti tra le richieste. Finalmente dopo la terza, siamo stati accontentati. Quasi mezz’ora per ricevere dell’acqua sinceramente mi sembra tanto. Troppo.
Aria condizionata molto invasiva e fastidiosa, con il getto d’aria che dal soffitto arrivava diritto alla schiena.
Arriviamo al termine della cena, con il locale che ormai si stava svuotando.
Per chiedere il conto abbiamo dovuto però attendere parecchi minuti prima di riuscire a farci notare dalla maître perché impegnata a spostare tavoli e sedie.
Conto che non giudico, perché bene o male era quanto ci si aspettava per la qualità delle materie prime, un po’ meno per la gestione generale.
In conclusione: carne buona, maniere generali meno. Conosco locali argentini dove la qualità è altrettanto buona, conto allineato ma l’accoglienza dieci spanne sopra.
Quindi non credo ci siano le prerogative per tornare al San Telmo.
Con qualche attenzione in più avrebbe meritato 4 stelle, così non riesco ad andare oltre le 2.
Peccato.
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