Paolo M4/5
11/08/2020
Ci capitiamo per caso, in un giorno che il bollino nero spinge su strade poco frequentate, spostandoci dal Trentino a Sabbioneta. Poi le reminiscenze storiche tornano, e la data di fondazione ci dice che la locanda, al tempo della famosa battaglia per il ponte, era già lì. le suggestioni contano.
Accoglienza e servizio impeccabili, a cure di due sole giovani ragazze, e questo dovrebbe far riflettere locali di ben più basse pretese che arruolano squadroni sottopagati per un lavoro alla fine altrettanto oneroso (per il datore di lavoro), ma con ben più scarsi esiti (per gli avventori). Apparecchiatura sobria ma elegante, senza tovaglie di carta nonostante il covid, se si vuole si può. Musica di sottofondo e climatizzazione ottime, pure per chi di solito, come me, non sopporta né l'una né l'altra.
Menu da codice QR, certo adesso più comodo, ma abbiate pietà pure di noi vecchi che col trappolo informatico da tasca poco ci confidiamo.
Buona, seppur essenziale, la scelta di vini a calice, il resto della carta dei vini si affida a poche marche che un tempo avrebbero fatto le mirabilia dictu, ora le trovi in qualunque supermercato, e qui ci vorrebbe quella fantasia in più per cui non mi sento di dire che era perfetto. Qualche bagliore, a buon prezzo, come l'Annamaria Clementi, ma il luogo richiederebbe ben altri spunti. In un ristorante di tale fatta ci si va per assaggiare, su dotto consiglio, qualcosa di insolito, non solo nel piatto, ma anche nel bicchiere.
Delle pietanze so dire solo di due primi, entrambi classici, che io e mia moglie ci siamo scambiati, e non posso dire che eccezionalmente bene.
Conto onesto, più basso di quanto tanta grazia avrebbe potuto comunque giustificare.
Comunque, quattro stelle da un addetto al settore perfezionista come me equivalgono a sei di un utente medio.
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