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Recensioni di La Grotta Del Turco, Gaeta

Daniela Carinci
29/04/2023
È una località ambientalistica molto particolare nella Montagna Spaccata,chiamata Grotta dei Turchi dove in passato si nascondevano le barche dei pirati per le incursioni. Oggi si può scendere fino al sessantesimo gradino per ammirarla, in quanto il resto della scalinata che porta fino al mare è in fase di ristrutturazione. Durante le festività non è facile parcheggiare perché ci sono pochi posti macchina e sulla strada che serve per raggiungere la località ci sono i divieti di sosta su entrambi i lati.
Andrea Chiariello
13/07/2023
il percorso alla montagna spaccata prevede anche la visita della suggestiva “Grotta del Turco”, collegata sia ad un’antica tradizione religiosa secondo cui venne alla luce al tempo della morte di Cristo, quando si squarciò il velo del tempio di Gerusalemme, sia a diverse credenze popolari. Fra queste, ci sarebbe l’impronta della mano di un marinaio turco su una roccia. Lungo la scalinata che porta nelle viscere della montagna, lungo la stretta spaccatura di roccia, sulla destra, si può osservare  una iscrizione in latino e sopra di essa, un' inquietante impronta di una mano traslucida impressa nella roccia, che la leggenda vuole sia appartenuta ad un marinaio turco . Il miscredente era da non cristiano, scettico sull'origine sacra delle spaccature della montagna, ma non appena appoggiò,baldanzoso, la mano sulla roccia, questa, secondo la tradizione, si liquefò all'istante come cera sotto le sue dita, lasciando così l'impronta nitida della mano e delle 5 dita che ancora adesso è possibile vedere.  Visto il contesto naturale, non è da escludere che nella grotta, nei tempi del Medioevo, siano approdate navi di pirati saraceni che trovavarono rifugio tra le fenditure di questo strategico promontorio, pronti ad attaccare di sorpresa le navi in transito, al fine di depredarle dei loro carichi. Alla fine del percorso si trova anche un giaciglio in pietra, dove soleva ritirarsi in meditazione S.Filippo Neri. Nel 1434 un probabile terremoto determinò la caduta di un grosso macigno che si incastrò all'interno di una delle fenditure del monte: su questa venne eretta una cappella, da cui si può godere di uno splendido colpo d'occhio, sia sul mare circostante, che sull'altissima falesia di oltre 150 metri visibile dalla terrazza.
Eva Cerroni
08/06/2023
luce e clima fantastici considerando il brutto tempo di inizio stagione. l'ingresso è libero non bisogna pagare, purtroppo come sapevamo non si può scendere fino in fondo ma solo fino al 60esimo gradino. comunque uno spettacolo. da visitare assolutamente. volevamo vedere anche la montagna spaccata ma siamo rimasti delusi, è chiusa fino al 20 giugno
Alissa D.
07/07/2023
Luogo affascinante ma la vista è ridotta ed ostacolata dai lavori che si protrarranno fino a Luglio! Si può accedere ma fino alla prima rampa di scale! La vista è bella comunque ma se potete rimandare la visita fino alla prossima riapertura credo sia meglio 🌊
Raffaele Docimo
22/03/2023
Luogo simbolo della montagna spaccata Caratteristico antro naturale che mostra l'insenatura attraverso il "fiordo" della montagna dove spicca il colore turchese cristallino delle acque. Presente una lunga e caratteristica scalinata che porta fino alla spiaggetta pietrosa alla base della grotta. Al momento, per motivi di sicurezza dovuti a rischio crollo, sono percorribili solo i primi 60 gradini che portano all'ampia piattaforma sottostante dove si gode comunque di una splendida vista.
Poileorap
12/07/2023
Basta scendere poche scale a fianco la chiesa, purtroppo non si può arrivare fino in fondo, cmq qualcosa si vede. Interessante il percorso x salire sopra con panorama mozzafiato. No passeggino no bambini piccoli.
Emanuel Viti
05/03/2023
Grotta anticamente utilizzata come rifugio dalle navi pirata, luogo affascinante. Peccato non abbiamo potuto vedere la montagna spaccata perché parte della chiesa, da dove si accede, è in restauro. Ci torneremo
Andrea Jobbe
16/05/2023
La Montagna Spaccata è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi di Gaeta, frequentato ogni anno da turisti che vengono colti dalla magia delle tre fenditure del promontorio. E’ un luogo che racchiude in sé un vero e proprio itinerario. Il Santuario della SS. Trinità, costruito nell’XI secolo, è rinomato nella storia perché qui vi pregarono numerosi pontefici, tra cui Pio IX, sovrani, vescovi e santi, tra cui Bernardino da Siena, Ignazio di Loyola, Leonardo da Porto Maurizio e San Filippo Neri. La leggenda vuole che San Filippo Neri avesse vissuto all’interno della Montagna Spaccata dove esiste un giaciglio in pietra nota ancora oggi come “Il letto di San Filippo Neri”. Lungo le pareti della roccia, è possibile ammirare i riquadri in maiolica delle postazioni della Via Crucis, in parte restaurate, risalenti al 1849 e attribuite a S.Bernardino da Siena, contenenti i versi del Metastasio. Ovviamente il percorso prevede anche la visita della suggestiva “Grotta del Turco”, collegata sia ad un’antica tradizione religiosa secondo cui venne alla luce al tempo della morte di Cristo, quando si squarciò il velo del tempio di Gerusalemme, sia a diverse credenze popolari. Fra queste, ci sarebbe l’impronta della mano di un marinaio turco su una roccia. Lungo la scalinata che porta nelle viscere della montagna, lungo la stretta spaccatura di roccia, sulla destra, si può osservare una iscrizione in latino e sopra di essa, un’ inquietante impronta di una mano traslucida impressa nella roccia, che la leggenda vuole sia appartenuta ad un marinaio turco . Il miscredente era da non cristiano, scettico sull’origine sacra delle spaccature della montagna, ma non appena appoggiò,baldanzoso, la mano sulla roccia, questa, secondo la tradizione, si liquefò all’istante come cera sotto le sue dita, lasciando così l’impronta nitida della mano e delle 5 dita che ancora adesso è possibile vedere. Visto il contesto naturale, non è da escludere che nella grotta, nei tempi del Medioevo, siano approdate navi di pirati saraceni che trovavarono rifugio tra le fenditure di questo strategico promontorio, pronti ad attaccare di sorpresa le navi in transito, al fine di depredarle dei loro carichi. Alla fine del percorso si trova anche un giaciglio in pietra, dove soleva ritirarsi in meditazione S.Filippo Neri. Nel 1434 un probabile terremoto determinò la caduta di un grosso macigno che si incastrò all’interno di una delle fenditure del monte: su questa venne eretta una cappella, da cui si può godere di uno splendido colpo d’occhio, sia sul mare circostante, che sull’altissima falesia di oltre 150 metri visibile dalla terrazza.
Ana B.
02/05/2023
Peccato che non sia percorribile la scalinata fino alla base della grotta. Purtroppo abbiamo trovato chiuso per pericolo di caduta sassi (senza cartelli che indicassero una possibile riapertura e cantieri in opera)
Nando Ven
23/01/2023
Uno dei posti più affascinanti e misteriosi della costa laziale che fonde, come molti luoghi in Italia, storia e leggenda. La parte storica vuole che il nome derivi dall'utilizzo che le navi saracene facevano della piccola baia che si trova al di sotto del percorso di visita e che consentiva loro di attaccare e depredare le navi in transito. Poi c'è quella leggendaria relativa alla formazione della Montagna Spaccata originatasi a causa di un evento sismico a seguito della morte di Cristo. Vi è poi l'impronta della "Mano del Turco"... La storia narra di un miscredente marinaio turco che scettico circa l'origine sacra della spaccatura della montagna decise di inoltrarsi lungo il sentiero ed appoggiandosi alla montagna questa si sciolse lasciando impressa per sempre l'impronta della sua mano. Al di là della leggenda se si osserva attentamente il profilo della roccia e immaginando di avvicinare l'uno all'altro le pareti delle spaccatura ci si rende conto che collimano in maniera quasi perfetta. Ingresso gratuito ma se lo si desidera si può lasciare un'offerta. Unica pecca... Si possono percorrere solo i primi 60 gradini su 300 totali poiché oltre la montagna è a rischio frana. Da vedere
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